Triennale Milan: Images of an end and a beginning

Alla base della continua alternanza di fenomeni vi sono strutture di supporto o forme di progetto che determinano la ricorrenza di eventi ed epoche storiche…

Scienza, tecnologia e, più in generale, tutti gli sforzi fatti coscientemente dall’uomo possono al massimo investigare gli effetti di questi fenomeni, senza mai arrivare alle loro cause, rimanendo come Sisifo, prigionieri di uno sforzo senza fine.

Eppure c’è, e c’è sempre stato, un altro modo; uno che indaga sulla vita dell’uomo e ha come oggetto il concetto di essere piuttosto che di avere.

Dobbiamo avere il coraggio di dire che la malattia del mondo moderno è l’uomo, o meglio, la visione che l’uomo ha della sua relazione con il mondo, e quindi se stesso. Dobbiamo arrivare a una profonda crisi; dobbiamo essere in grado di sfogare le tensioni che affliggono i nostri tempi, in modo che possano agire come uno stimolo doloroso per ricostruire una nuova visione dell’uomo, della sua relazione con il progetto della vita; e abbiamo bisogno di questa visione per diventare la base di una nuova società. Spero che la cronologia del tempo, che avanza incessantemente verso un progresso ideale che sa di regressione, possa essere sostituita da una più ampia relazione simbolica, in cui il movimento è pura illusione, e dove la cosa più importante è riconoscere l’eterno messaggio meraviglioso quella vita scrive nell’essenza dell’uomo. Un messaggio che, una volta compreso, può e deve essere messo in atto esistenzialmente in una relazione di identità che trascende lo spazio ristretto dell ‘”id” per trovarsi felicemente al centro del cosmo. Il frutto marcio del nostro tempo presente porta il seme vivente di un nuovo domani.

Questa mostra è una visione dedicata a questo tempo. Illustra le forze eterne della creazione e della distruzione nel mondo dei fenomeni, e il viaggio interiore che da solo può condurre l’uomo alla gioia di diventare per essere.